PTOF 2024/2027

Piano triennale dell'offerta formativa 2024/2027

Denominazione: ”Fiammetta, Scuola dell’Infanzia Espressivo Relazionale”

Ubicazione ed ambito territoriale: via Benincasa, 20 zona Uditore.

Breve storia: La scuola “Fiammetta” nasce dalla passione e dedizione per il mondo dei piccoli, passione che nel settembre 2020 prende forma per rispondere al bisogno di tanti genitori, di avere un servizio di aiuto e sostegno nella formazione ed educazione dei propri figli all’interno di un percorso che mira alla socializzazione e alla integrazione.

Spazi della scuola: La scuola si presenta suddiviso in: due aule adibite allo svolgimento delle attività di apprendimento; un’aula riservata alla mensa e ai giochi di movimento; una cucina; una segreteria. Vi è altresì un ampio spazio esterno attrezzato con giochi e tricicli.

Risorse professionali: Il personale della scuola sarà costituito da: Direttrice, dott.ssa Bonuso Fiammetta psicologa e Danza Movimento Terapeuta. La maestra Giorgia Inzerauto e l’ Educatrice Dott.ssa Marta Vassallo che, in possesso di un titolo di studio legale tra quelli contemplati dalla legislazione in materia articola la sua presenza secondo quanto previsto dalla legislazione della Regione Sicilia.

Una cuoca.

Personale ausiliario

Il personale sarà soggetto a formazione permanente.

Continuità orizzontale: La scuola rappresenta per i genitori anche un luogo di incontro dove confrontare ed integrare pensieri, riflessioni e scelte educative in un clima di fiducia e di condivisione. Per questa ragione sarà fondamentale curare il rapporto con la famiglia, per renderla parte attiva e integrante del percorso educativo che la scuola offre, attraverso una relazione collaborativa, dove il bambino venga sempre posto al centro del dialogo.

Genitori ed insegnanti si scambiano informazioni per meglio comprendere il bambino nella sua globalità e tutelare, in tal modo, la qualità del servizio. Riteniamo infatti che scuola e famiglia debbano trovarsi in stretta sinergia nel compito educativo a tal fine sono previsti:

    Colloqui maestra-genitori ogni qualvolta una delle due parti lo ritenga necessario;

    Un incontro mensile con le mamme, in presenza della psicologa, per sostenere nel compito della genitorialità.

La progettazione didattica annuale

mira all’acquisizione delle competenze che significa:

    giocare,

    muoversi,

    manipolare,

    curiosare,

    domandare,

    imparare a riflettere sull’esperienza;

    ascoltare e comprendere narrazioni e discorsi, raccontare e rievocare azioni ed esperienze e tradurle in tracce personali condivise;

    descrivere,

    rappresentare,

    immaginare,

    ripetere”, con simulazioni e giochi di ruolo, situazioni ed eventi con linguaggi diversi. La scuola prevede pertanto di associare al lavoro pedagogico l’attività di DMT centrata tanto su un lavoro di lateralizzazione, ritmo, gestione e controllo del tempo e dello spazio che risultano essere acquisizioni essenziali per migliorare le capacità di apprendimento; quanto su giochi di relazione finalizzati a migliorare la conoscenza di sé, contrastare la tendenza all’isolamento e a sviluppare la dimensione dell’essere in gruppo.

Ci proponiamo quindi di attivare nel bambino strategie di pensiero, rendendolo così attore protagonista della propria conoscenza capace di penetrare nelle cose e di elaborare una realtà mentale indipendente e coordinata.

La scuola dell'infanzia è un ambiente educativo di esperienze concrete e apprendimento riflessivo nei diversi ambiti della vita dei bambini. Essa si pone la finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia e della competenza. Consolidare l’identità significa vivere serenamente tutte le dimensioni del proprio io e del proprio corpo, anche recuperando il patrimonio storico e linguistico al quale apparteniamo; attraverso lo studio della lingua e delle tradizioni, nonché del senso gioioso del folklore.

L’obiettivo “Conoscere la sicilianità” sarà articolato in nuclei tematici suddivisi per argomento:

    Musiche tradizionali, finalizzate a comprendere l’importanza del dialetto come bene culturale, in quanto espressione del vissuto di un popolo. Tutto ciò contribuirà ad un uso della lingua siciliana positivo e responsabile.

    Conoscere la Sicilia, attraverso la riscoperta dei luoghi caratteristici dell’isola

    Raccontare la Sicilia, attraverso gli aspetti popolari, come miti, leggende, proverbi e racconti; al fine di cogliere insegnamenti dalla tradizione popolare

    Tradizioni culinarie.

Al fine del raggiungimento degli obiettivi, sono previste 2 ore di attività didattica settimanali, per l’educazione alla sicilianità.

MACRO OBIETTIVI

Preparare il bambino alla conoscenza e all’apprendimento

    Favorendo lo sviluppo dell’identità personale e di una identità culturale condivisa

    Stimolando l’intelligenza e l’intuito

    Sviluppando la creatività

    Attivando le capacità di problem solving

    Aumentando la consapevolezza nel bambino delle proprie esigenze e dei propri sentimenti .

OBIETTIVI GENERALI :

    Conquista dell’ autonomia intesa come capacità di orientarsi, interagire con gli altri, pensare liberamente, compiere scelte.

    Maturazione dell’ identità personale e sociale, anche attraverso la valorizzazione delle proprie origini

    Sviluppo delle competenze e del senso di appartenenza alla propria dimensione storico-culturale.

INTERVENTI EDUCATIVI:

Mirano a sostenere lo sviluppo cognitivo, affettivo, relazionale, sociale del bambino mediante l'elaborazione di proposte educative flessibili che sappiano stimolare gli ambiti e i campi d'esperienza:

    Organizzare percorsi educativo-didattici specifici per ogni fascia di età, sostenendo e valorizzando i percorsi individuali di scoperta ed assimilazione delle conoscenze.

    Offrire opportunità educative ricche, complesse e stimolanti negli spazi strutturati e con la fruizione di materiali idonei alle diverse età dei bambini.

    Porre attenzione ai vissuti ed ai bisogni individuali, cogliendoli nella loro complessità e collocandoli nel gruppo per una sua corretta funzionalità.

    Collaborare alla creazione di una rete di comunicazione bambino/adulto/ altro, tale da fornire spunti di incontro e confronto oltre che di autoidentificazione.

    Osservare ed elaborare con bambini le situazioni di conflitto, perché si trasformino in preziose occasioni di crescita collettiva ed individuale.

La nostra proposta coinvolge tutti i campi di esperienza:

FARE giocando, AGIRE cooperando, SAPERE ricercando.

PROPOSTE EDUCATIVE:

GIOCO LIBERO: Nei primi anni di vita del bambino il gioco è un’attività spontanea, importante per l’esplorazione del mondo esterno e per i suoi vissuti interiori. Jean Piaget che ha studiato a fondo la personalità infantile, ha evidenziato come il bambino con il gioco riesca a trasformare e a dominare la realtà. Il gioco può essere inteso, dunque, come una sorta di attività preparatoria ai ruoli dell’adulto, quindi come un esercizio che sviluppa e perfeziona le funzioni percettive, motorie e che stimola l’immaginazione. Il bambino, ogni volta che acquisisce un’abilità o compie una scoperta, tende ad esercitarla attraverso il gioco. Comprendere questa attività spontanea del bambino significa comprendere le sue ansie, paure, i conflitti, i desideri che egli inconsapevolmente “proietta” all’esterno. Osservando i bambini giocare si è colpiti dalla loro intensa concentrazione e dalla loro capacità di utilizzare qualsiasi materiale per realizzare i loro giochi. Intorno ai due anni il gioco da imitativo diventa simbolico, grazie alla capacità di rappresentarsi mentalmente oggetti assenti. In questa fase il bambino attribuisce il significato che più gli piace alle cose, ha assoluta libertà di espressione e può così realizzare i suoi desideri e risolvere i propri conflitti. Un’ultima importante caratteristica del gioco è quella di soddisfare le esigenze affettive.

GIOCO SIMBOLICO: Intorno ai due anni, e a volte anche prima, i bambini cominciano, per i loro giochi ad utilizzare oggetti “facendo finta” che siano altre cose. L’evoluzione di questo gioco indica che nel bambino è sempre più matura la funzione simbolica, ossia la capacità di utilizzare un “oggetto”(un segno, un simbolo, una parola) al posto di una cosa. Attraverso il gioco simbolico, il bambino è sollecitato ad assumere diversi ruoli, a instaurare una vita di relazione nel rispetto delle regole, a comprendere e condividere modelli comportamentali e a collaborare e cooperare con gli altri. Questo gioco, normalmente, nasce spontaneo nei bambini: le operatrici devono semplicemente operare per favorirlo mettendo a disposizione degli oggetti, accessori, spazi e tempi adeguati.

TRAVESTIMENTI: I bambini inizialmente sono interessati all’esperienza sensoriale nell’indossare i vestiti di diverso colore e materiale. Successivamente l’attività diventa gioco d’imitazione e di identificazione. L’attività offre inoltre l’occasione per sviluppare abilità manuali nel vestirsi e svestirsi da soli e allacciare e slacciare bottoni e cerniere. Questa situazione incoraggia anche la collaborazione tra bambini che si aiutano a vicenda nell’indossare gli abiti. L’angolo dei travestimenti, attrezzato con tanti accessori quali, cappelli, borse, guanti, occhiali da sole, vestiti, gonne, corone, mantelli, e quant’altro il bambino possa indossare per impersonificare i diversi ruoli, e trasformarsi in ciò che in quel momento caratterizza di più il suo stato d’animo.

ATTIVITA’ COSTRUTTIVE E MANIPOLATIVE:

Nel bambino gli organi di senso sono elementi indispensabili per l’organizzazione logica del pensiero.

Le attività costruttive e manipolative svolgono l’importante funzione di fornire al bambino gli strumenti per esprimersi e per sviluppare le capacità cognitive e affettive. Tra le principali ricordiamo il collage, le costruzioni, gli incastri, palline di legno da infilare in una cordicella, la manipolazione di materiali di piccole dimensioni (legumi, riso, sassolini, ecc) e la manipolazione di materiali plastici (pasta di sale, farina, plastilina, sabbia,ecc). L’adeguata stimolazione dell’abilità manipolativa condurrà coerentemente il bambino lungo il percorso di sviluppo verso lo stadio del pensiero e del gioco simbolici, iniziando a dare una forma ai materiali che manipola. Gli obiettivi più importanti delle attività costruttive e manipolative sono: l’acquisizione delle diverse qualità dei materiali; lo sviluppo della capacità di esplorazione e scoperta; favorire il controllo della motricità fine; stimolare la fantasia del bambino, rafforzando la sua capacità di osservazione; favorire la coordinazione oculo-manuale e elaborare i concetti spaziali.

ATTIVITA’ GRAFICO-PITTORICHE Le attività grafico pittoriche rappresentano un momento di notevole importanza per il grande interesse che suscitano nel bambino. Il disegno si può collocare nella categoria dei giochi, pur essendo a metà strada tra il gioco simbolico e l’immagine mentale. Con il disegno, il bambino sostanzialmente si sforza di imitare il reale: disegna, scarabocchia e dipinge spontaneamente ciò che lo colpisce della realtà circostante. Nell’attività grafico-pittorica, i bambini colgono una valida occasione per manifestare se stessi, per rivelare il proprio mondo interiore fatto di emozioni, sentimenti e desideri. In queste attività sono coinvolti i processi percettivi, intellettivi, creativi, emotivi e sociali: si configurano così come attività totali che diventano un eccellente strumento per lo sviluppo della personalità.

CANTI E FILASTROCCHE: accompagnate e illustrate da gesti e movimenti. Si utilizzano diverse tonalità e la mimica facciale per rappresentare i sentimenti. Momento corale finalizzato ad accrescere il piacere della condivisione e potenziare le capacità mnemoniche.

TRAVASI : favoriscono lo sviluppo della concentrazione e l’acquisizione di concetti spaziali (dentro/fuori, sopra/sotto), di grandezza (piccolo/grande), di quantità (meno/più, tanto/poco, pieno/vuoto), di peso e di forma.

ATTIVITA’ MOTORIA: attraverso cui imparano a controllare la forza fisica acquisita, anche in relazione allo spazio e alla presenza degli altri, e iniziano a sentirsi sicuri nel controllo dei propri movimenti. Le operatrici guidano l’attività allestendo percorsi specifici che permettano di sperimentare le competenze acquisite rispetto all’orientamento nello spazio e introducono le prime regole di gioco. Ad esempio: aspettare il proprio turno, correre o camminare piano.

ATTIVITA’ DI MOVIMENTO ESPRESSIVO RELAZIONALE: la danza terapia come forma di educazione è finalizzata all’acquisizione del linguaggio "espressivo", che arricchisce le possibilità di relazione e di conoscenza; è attraverso le forme corporee che il bambino comincia a esprimersi ed esplorare lo spazio che lo circonda ancor prima di sapere parlare. La parola nei bambini è spesso inadeguata, parziale e approssimativa da qui l’idea che possa essere il movimento a “farli parlare”, a far manifestare e gestire le proprie emozioni dalla gioia alla paura, dalla rabbia e alla sorpresa. Attraverso la danza terapia anche il bambino più chiuso può aprirsi a se stesso cosi come agli altri e acquisire un maggiore senso di fiducia, può conoscersi e, attraverso questa consapevolezza, può conoscere e apprendere.

IL CESTINO DEI TESORI nasce come esperienza di esplorazione sensoriale ed è uno dei modi più efficaci per incoraggiare il bambino nel gioco e nell’apprendimento. La crescente consapevolezza e l’aumento dell’attività dei bambini di questa età, determina un crescente bisogno di stimolazione attraverso i sensi: tatto, olfatto, gusto, udito, vista e attraverso il movimento del corpo. Il Cestino dei Tesori, raccoglie e fornisce una ricca varietà di oggetti comuni scelti per stimolare tutti i sensi. Se osserviamo una bambina alle prese con gli oggetti contenuti nel cestino, noteremo quante cose diverse farà: guarda, tocca, succhia, scuote, raccoglie e lascia cadere. Queste azioni permetteranno la scoperta delle caratteristiche, descrittive (dimensione, peso, forma, ecc) e funzionali (gli oggetti possono essere riempiti, svuotati, sovrapposti, ecc) degli oggetti, facilitando lo sviluppo cognitivo e del linguaggio. Il primo oggetto di gioco di un bebè, è il corpo della persona che se ne prende cura, ma esso ha bisogno di avere l’opportunità di giocare e imparare anche quando non riceve l’attenzione individuale. L’elemento centrale della proposta è un cestino vero e proprio, rotondo, in materiale naturale e resistente, senza manici e col fondo piatto. E’ riempito fino al bordo con oggetti di uso comune, costruiti preferibilmente con materiali naturali che diano al bambino mille opportunità di scegliere e selezionare ciò che lo attrae maggiormente. Nessuno degli oggetti contenuti nel cestino dei tesori è definibile come un “giocattolo”, e la maggior parte di essi si possono trovare nell’ambiente di casa dei bambini. E’ fondamentale che gli oggetti siano ben conservati, lavati e disinfettati, e sostituiti se rovinati. Proporre l’attività a due o tre bambini contemporaneamente crea importanti opportunità di scambio relazionale: i bambini sono consapevoli uno dell’altro, si osservano, scambiano sguardi, si imitano; ed è proprio la disponibilità degli oggetti che stimola questi scambi.

LE ATTIVITA’ ALL’APERTO: Lo spazio esterno, se ben gestito, può offrire molte opportunità di gioco e di apprendimento. L’uscita in giardino, infatti, non è una sospensione dell’attività educativa, bensì un momento particolarmente utile per osservare i bambini nei loro comportamenti e nei loro giochi, in un contesto diverso, al fine di elaborare eventuali nuove proposte. In giardino oltre a poter correre, saltare, scivolare, usare giochi con le ruote, si possono svolgere attività più tranquille e interessanti come quella del “far finta di..” o ci si può fermare ad osservare oggetti naturali e piante di vario tipo: insetti come coccinelle, farfalle, formiche, lumachine, cogliendo l’occasione per insegnare ai bambini a rispettare questi piccoli animali. Usare una lente d’ingrandimento per poterli osservare da vicino, può offrire molti spunti di conversazione.

Giornata scolastica:

    8:00 Accoglienza e gioco libero

    9:00 Momento dedicato all’igiene personale e preparazione tavolo della merenda

    9:30 Merenda

    10:00 Ritrovo nelle singole classi e inizio delle attività secondo programmazione

    11:00 Percorsi motori e/o attività all’aperto

    11:45 Igiene personale prima del pasto e preparazione tavolo del pranzo

    12:00 Pranzo

    12:30 Gioco libero

    13:00 Uscita

P.E.I

La denominazione "Scuola dell'infanzia" è stata introdotta dagli Orientamenti del 1991 in sostituzione della dicitura "Scuola Materna", inserendola, in questo modo, a pieno titolo, nel sistema educativo. La durata della scuola dell'infanzia è di 3 anni, come già nei precedenti ordinamenti e non riveste carattere obbligatorio. Questa fase di scuola è generalmente caratterizzata da gioco e convivenza con i compagni, in preparazione alla scuola primaria.

Il progetto pedagogico della scuola prende le mosse dalla convinzione che:

la funzione educativa si occupa, prima di tutto, non del risultato ma del processo, ovvero del percorso. L’obiettivo dell’educare è, per noi, creare per il bambino opportunità di trovare diverse occasioni per esprimersi, per far emergere un potenziale ed elaborarlo al massimo delle proprie risorse specifiche ed individuali, mettendole in relazione con quelle degli altri all’interno di una cornice in grado di essere verificata e modificata.

L’osservazione attenta e sistematica, la dolcezza, l’accoglienza, l’attenzione ed il rispetto dei tempi e dei ritmi di ciascun bambino, la capacità d’ascolto dei suoi bisogni, il lavoro d’equipe, sono gli elementi su cui si basa il nostro metodo educativo.

METODOLOGIA

La metodologia si basa sulla Pedagogia della Relazione

ORIENTAMENTO TEORICO GENERALE:

Jean Piaget ha elaborato un modello teorico di sviluppo del bambino secondo cui la conoscenza che il bambino ha dell’ambiente che lo circonda e il conseguente adattamento ad esso, avviene attraverso i processi cognitivi di assimilazione e accomodamento. L’ assimilazione, è la capacità di “inserire” le esperienze che facciamo, in categorie mentali che abbiamo già sviluppato. L’accomodamento, invece, è il processo opposto, avviene quando siamo costretti a “modificare” le nostre categorie mentali, per poter far spazio ad una esperienza nuova, non collocabile in categorie che abbiamo già sviluppato.

I bambini cambiano durante la crescita, e non solo fisicamente ma anche nel modo di comportarsi, di conoscere, di relazionarsi con gli altri e di pensare. Questi continui e progressivi cambiamenti, possono essere ricondotti a determinati periodi di vita, che Piaget chiamò stadi. Ciascuno stadio è caratterizzato da particolari modalità di apprendimento. Il passaggio da uno stadio di sviluppo all’altro, avviene in periodi precisi della crescita geneticamente prefissati e che valgono per tutti i bambini:

    Stadio senso-motorio (dalla nascita ai 18 mesi)

    Stadio pre-operatorio (dai 18 mesi ai 6 anni circa); -

    Stadio delle operazioni concrete (dai 6 ai 12 anni); -

    Stadio delle operazioni formali (dai 12 anni in poi)

Un bambino che entra a far parte della scuola dell’infanzia si trova nel periodo preoperatorio.

Lo stadio pre-operatorio, è caratterizzato dalla capacità del bambino di gestire i simboli in maniera più sicura in questo stadio si sviluppa il linguaggio ed è presente il gioco simbolico. Intorno ai 2 anni (ma a volte anche intorno ai 18 mesi) i bambini cominciano, per i loro giochi, ad utilizzare oggetti “facendo finta” che siano altre cose. Ad un primo livello, i bambini fanno finta di mangiare la minestra o bere l’acqua da un piattino o da un bicchierino vuoti, oppure imboccano una bambola. Ad un secondo livello, invece, fingono che un oggetto sia una cosa completamente diversa: ad esempio, una matita può diventare un pettine, una scopa diventa un cavallo. L’evoluzione di questo gioco, indica che nel bambino è sempre più matura la funzione simbolica, ossia la capacità, tipicamente umana, di utilizzare un oggetto (un simbolo, un segno, una parola) al posto di una “cosa”. Durante questo stadio si afferma la consapevolezza della permanenza dell’oggetto ovvero un oggetto esiste anche se non è visibile, esso sarà riposto da qualche parte e, se lo desidera, lo andrà a cercare. Piaget ha parlato anche di egocentrismo infantile, atteggiamento tipico di quest’età e cioè il bambino dà per scontato che gli altri vedano le cose come le vede lui, senza riuscire a comprendere i pensieri e i sentimenti degli altri. La conseguenza inevitabile è che il bambino vada incontro a molte frustrazioni dovendosi confrontare con altri coetanei e con le regole: spesso queste frustrazioni danno luogo a crisi di rabbia o di dolore che si esprimono, oltre al pianto, in comportamenti più difficili da gestire come quelli capricciosi, distruttivi e oppositivi.

Pertanto è molto importante, conoscere i vari stadi di sviluppo, al fine di organizzare un progetto educativo, ludico e didattico adeguato ai vari livelli di crescita dei bambini per aiutarli a potenziare le caratteristiche cognitive e fisiche in loro realmente presenti (ad esempio in queste situazioni, le maestre devono stimolare condotte “prosociali”, ovvero finalizzate a sviluppare nei piccoli abilità sociali adeguate). Quindi, dimostrare al bambino di comprendere il suo stato d’animo, stabilire un contatto fisico con lui senza criticarlo, proporre una soluzione alternativa; diventare cioè mediatrici tra le proprie e altrui emozioni, un riferimento affettivo e di ascolto.

DANZA MOVIMENTO TERAPIA ESPRESSIVO RELAZIONALE

La Danza Movimento Terapia Espressivo Relazionale rientra nella categoria delle Arti Terapie e degli approcci attivi a mediazione corporea, che utilizzano l'espressione creativa e l'azione come strumento di cambiamento. E’ un approccio specifico e complesso secondo cui qualunque forma di trattamento interviene in un campo in cui mente, corpo, relazione sono tre possibili vertici e che utilizza “l’altro fuori da sé” come strumento-risorsa per aumentare l’auto-conoscenza attraverso processi specifici che si attivano automaticamente quali, ad esempio, la Risonanza e il Rispecchiamento.

La Danza Movimento Terapia espressivo Relazionale rientra nel progetto pedagogico della scuola “Fiammetta” perché integra e completa il percorso di sviluppo del bambino. Il movimento del corpo, al di là della parola, diviene strumento per esprimere e ristrutturare stati interiori, sentimenti, conflitti, disagi, migliorare le capacità relazionali, potenziare il senso di autoefficacia percepito e promuovere il successo scolastico. La DMT diventa così per i bambini una possibilità, un momento di socializzazione e presa di coscienza di se che presumibilmente gli consentirà in futuro di fare scelte autonome

Le attività si svolgeranno all’interno di un setting ben strutturato per offrire ai bambini la possibilità di ritrovarsi in “contenitori”, temporali e spaziali, noti e rassicuranti che gli procurano un senso affettivo ed emotivo di sicurezza.

Ogni incontro prevederà dei rituali di apertura e di chiusura che, proprio perché ripetitivi, sono rassicuranti e aiutano il bambino a predisporsi, sia fisicamente sia mentalmente, al lavoro corporeo. Alla fine di ogni incontro è previsto un momento di verbalizzazione del vissuto, che per i più piccoli avverrà attraverso il disegno, tutto ciò consente di trasformare questo momento in un’esperienza importante anche dal punto di vista cognitivo e cioè, di conoscenza del proprio corpo e dei suoi bisogni, di apprendimento e di incoraggiamento all’autonomia..

Alla luce di quanto scritto il nostro intervento pedagogico si attua attraverso scelte di metodo che definiscono e valorizzano:

    la relazione con l’adulto, volta ad assicurare, un contesto di benessere e accoglienza affettiva, di attribuzione di senso e significato, allo svolgersi consapevole delle attività rituali favorendo in questo modo la sperimentazione autonoma delle competenze del bambino;

    le relazioni socio-affettive con i coetanei, come esperienza e percorso di comprensione e di assimilazione della realtà del nido e del proprio mondo interiore e come ambito privilegiato di socializzazione, di sperimentazione/scoperta e di apprendimento;

    la dimensione rituale di alcune attività quotidianamente ripetute, dedicate sia alla sfera soggettiva (l’igiene personale, l’alimentazione, l’entrata e l’uscita, il saluto), sia alla sfera collettiva (momenti ludici prestabiliti che collegano fra loro le diverse attività della giornata), come occasione per la costruzione di un rapporto affettivo rassicurante che, permetta al bambino di percepire, assimilare, riconoscere, prevedere e rielaborare l’alternarsi delle sequenze in cui si scompongono le situazioni, per giungere così alla comprensione graduale di una realtà complessa.

    un sistema relazionale fondato sulla globalità dei linguaggi (corporeo, tonico-gestuale, psicomotorio, grafico-pittorico, logico-verbale)